Sino a pochi decenni fa, il cane veniva considerato come un essere privo di qualsiasi sentimento, un oggetto, una res come ancora oggi la normativa italiana lo riconosce. Eppure l'essere definito oggetto collabora con l’uomo da millenni, coadiuvandolo nelle varie attività di vita quotidiana. Fortunatamente la cinofilia di un tempo ha lasciato spazio a quella attuale che non si basa più sull’attuazione di punizioni e maltrattamenti, ma bensì sul rapporto intellettivo e comportamentale del cane. Ognuno di questi compagni di vita, in base alla razza ed al suo essere cane, racchiude un proprio modo di vivere, un bagaglio genetico. Ogni razza è stata selezionata per un fine ben specifico.
Parliamo di motivazioni di razza quando il cane ha uno scopo ben definito, riportato nel suo corredo genetico; basti pensare al Beagle, impegnato nell’attività venatoria, anche se oggi è divenuto un cane da compagnia, che però non disdegna la selezione per cui è stato creato. Sta di fatto che un cane di razza, per poter vivere in rilassatezza, dovrà dare ampio sfogo alle sue motivazioni, che se represse, andrebbero a generare non poche problematiche a livello comportamentale. Il cane vive quindi con le sue motivazioni di razza, ma soprattutto, vive di regole. Regole che devono essere impartite dal suo Leader, l’uomo, il proprietario. Il cane senza regole, sarà pur sempre lupo addomesticato (lupus familiaris), ma sarà anche un predatore pronto a dare libero sfogo al suo istinto innato di sopravvivenza.
Stefano Galdi
Educatore e Addestratore Cinofilo
Preparatore Impronta Urbana
Istruttore Bimbi e Cani
Addestratore cinofilo sezione I
3473068793/ 3313659027
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