Recuperato l’equivalente di oltre 203 milioni di pasti con la raccolta di eccedenze dalla Ristorazione e dai punti vendita della GDO “Raccogliere e distribuire gratuitamente cibo fresco e cucinato non è questione semplice. Banco alimentare lo fa da 20 anni attraverso una complessa e puntuale rete logistica” afferma Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare. “Oggi raccogliamo da 1.900 punti vendita localizzati in circa 900 comuni in Italia e da numerose realtà della ristorazione. Vogliamo guardare tutti insieme alle nuove opportunità di sviluppo e alle sinergie da mettere in campo per migliorare costantemente l’accesso al cibo a sempre più persone in difficoltà, riducendo lo spreco”. Siticibo, programma di Banco Alimentare, è la prima applicazione della Legge 155/2003, cosiddetta “del Buon Samaritano”, fortemente richiesta da Banco Alimentare quale soluzione giuridica a un’impellenza etico-sociale che fino ad allora non si era potuta affrontare: l’elevato spreco di alimenti nelle mense scolastiche e nella ristorazione collettiva, che contrastava con l’allungarsi delle file fuori dalle mense per poveri.
Dal 2005 è stato avviato anche il recupero dal canale GDO, ovvero dai supermercati da cui vengono ritirate le eccedenze alimentari secche, fresche, cotte, surgelate che non possono più essere commercializzate, ma possono essere donate. Condizione necessaria per l’operatività è la stipula di accordi tra i diversi soggetti coinvolti: la ristorazione, la GDO, i singoli Banchi alimentari che operano sul territorio nazionale, e organizzazioni partner destinatarie finali del cibo raccolto. Un insieme di procedure chiare, semplici e di immediata comprensione e applicazione per garantire la tutela del consumatore finale, paradigma di efficacia ed efficienza delle partnerships fra realtà differenti, profit e non profit. Un’ulteriore opportunità di sviluppo è stata l’entrata in vigore della Legge 166 nel 2016, la cosiddetta legge Gadda “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, che ha dato un forte impulso al programma Siticibo. Dall’entrata in vigore della legge - settembre 2016 - si è rilevato un aumento delle tipologie di alimenti recuperati, soprattutto di prodotti freschi e molto deperibili, da nuove fonti come congressi, eventi, pesce confiscato e sequestrato, fino all’avvio dell’attività di recupero dalle navi da crociera. “La Legge antispreco è nata, e continua a dare i suoi frutti, grazie a realtà come Banco Alimentare. Per questo sono particolarmente contenta di festeggiare insieme questi 20 anni di Siticibo. Dall’osservazione fatta sul campo e dal confronto con imprese e terzo settore, si sono individuati ed eliminati gli ostacoli burocratici e fiscali che in passato rendevano onerosa la donazione” - afferma l’On. Maria Chiara Gadda, prima firmataria della Legge 166/2016 e Vice Presidente della Commissione Agricoltura. “L’obiettivo della norma era potenziare il recupero per solidarietà sociale di alimenti dall’altissimo valore nutrizionale, come i cibi freschi, freschissimi e cotti. La legge 166 fornisce la cornice legislativa e suggerisce un modello gestionale efficiente, per rendere la donazione non un atto episodico ma strutturale, ogni qualvolta si genera l’eccedenza. Una realtà come Siticibo ben rappresenta questo modello, grazie alla sua capacità organizzativa basata su precise competenze professionali. Il rispetto delle corrette prassi igienico sanitarie è essenziale nella filiera del dono perché va preservata la dignità della persona ricevente, e uno dei recuperi più difficili da fare è proprio quello degli alimenti cotti, che necessita anche di mezzi e volontari specializzati. È l’esperienza di Siticibo che ha plasmato fin dall’inizio la legge antispreco, e la fa vivere ogni giorno” - conclude l’onorevole Gadda. In 20 anni sono stati raccolti oltre 13 milioni di pasti dalla ristorazione e sono state recuperate 95.000 tonnellate di alimenti, equivalenti a 190 milioni di pasti dai punti vendita della GDO. Solo nel 2022 Siticibo ha permesso di recuperare 16.419 tonnellate di cibo, per un totale di 32.837.544 pasti. La raccolta attraverso Siticibo permette una maggior diversificazione del prodotto disponibile, rispetto al prodotto secco tradizionale e Banco Alimentare è impegnato affinché si possano ampliare le referenze oggetto di donazione, per offrire un paniere sempre più vario e una maggiore riduzione dello spreco. Lo sviluppo di Siticibo in tutta Italia rimane oggi ancora potenzialmente ampio. Banco Alimentare punta a un ulteriore sviluppo con un obiettivo di aumento nel triennio del numero dei punti vendita GDO coinvolti (+24%) e una conseguente crescita degli alimenti recuperati (+20%). Per il canale della Ristorazione si punta al consolidamento e alla stabilizzazione dell’attività attuale, che purtroppo risente ancora degli effetti negativi legati al periodo pandemico. “I 20 anni di Siticibo sono l’occasione per riflettere su come si sia arricchita la nostra esperienza e come sia cambiata la nostra modalità di operare nel recupero di cibo, intercettando nuove opportunità di approvvigionamento”, afferma Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare. “Per questo abbiamo avviato un progetto per sostenere, anche economicamente, lo sviluppo di Siticibo a cura dei 21 Banchi Alimentari in tutta Italia. Si sta inoltre realizzando un percorso di transizione digitale per migliorare l’applicazione web Bring The Food, che semplifica gli aspetti amministrativi e logistici relativi ai recuperi Siticibo. Infine, poiché la capillarità dell’intervento avviene grazie al coinvolgimento operativo delle Strutture caritative, anch’esse saranno destinatarie di supporto con formazione, attrezzature e materiali per il recupero e la distribuzione del cibo. Siticibo è una storia di incontri con persone, con aziende, un enorme patrimonio capace di generare nuova progettualità, un piccolo incubatore di nuove idee che ci ha permesso di avanzare sul cammino della lotta contro lo spreco e di rendere il sistema di produzione e distribuzione alimentare un po’ più sostenibile e più inclusivo”.
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