Continua il nostro percorso di conoscenza delle associazioni e cooperative sociali, ovvero il cosiddetto terzo settore che tanto importante è per il sostegno alle categorie più fragili. Oggi conosciamo meglio l attività di una cooperativa sociale, appena nata e che opera a Cagliari, attraverso le parole delle titolari, Vittoria Demurtas ed Antonella Casula
Quando è nata la vostra cooperativa e di cosa si occupa?
Ci siamo ritrovate durante il percorso di Operatore Socio Sanitario, da li abbiamo costruito un progetto che sarebbe stato quello di costituire una cooperativa che si occupasse di persone che avessero la necessità di assistenza, attenzioni adeguate e un posto sicuro su cui potersi appoggiare, lo consideriamo anche un modo per permettere ai famigliari di potersi occupare del loro lavoro e della loro vita quotidiana, mentre noi “allleviamo” il loro pesante compito di dividere la giornata con l’impegno del loro caro, senza doversi privare di passare la notte con lui.
Quali sono le difficoltà maggiori che riscontrate nella vostra attività?
Essendo per noi un’attività nuova, non sappiamo precisamente quali saranno le difficoltà che riscontreremo, sostenute dalla nostra esperienza e dalla nostra disponibilità e dalla passione che abbiamo. Per il nostro lavoro, presumiamo di non andare incontro a grosse difficoltà nel lato umanitario e professionale essendo munite di tutte le varie figure necessarie, come per esempio educatrici, animatori ecc… Per quanto riguarda il lato burocratico, ancora abbiamo qualche perplessità, riguardanti leggi e burocrazie contraddittorie e controverse sulle regolamentazioni e sulla gestione di queste attività, che tendono ad allungare le tempistiche rallentando così qualsiasi processo.
A che tipo di utenza vi rivolgete?
Ci riferiamo a utenti abili e semidisabili con necessità di attenzioni, cercando di coinvolgerli in attività didattiche che li facciano sentire ancora mentalmente attivi, senza il bisogno che noi ci sostituiamo alle loro abitudini rendendoli ancora indipendenti.
Quali obbiettivi vi prefiggete per il futuro?
Un obbiettivo principale è sicuramente continuare a prenderci cura del prossimo, promulgare l’idea di questi centri affinchè ne sorgano di più e le persone possano avere più centri diurni nelle zone della loro residenza per avere le attenzioni di cui necessitano.
Come mai c’è carenza di strutture come la vostra?
Viste le pratiche burocratiche di cui abbiamo parlato prima, i costi per sostenere queste attività, di cui arredi e caseggiati, la difficoltà di locazione nei punti più comodi per le utenze, questo un po’ penalizza l’espansione per questi centri, con le ovvie difficoltà per le persone bisognose. Noi crediamo che se i comuni mettessero a disposizioni più locazioni e più partecipazioni sull’atto burocratico molti di questi problemi sarebbero risolti, dando vita a maggiori strutture come la nostra.