La notizia potrebbe sembrare una bufala ed invece è confermata: la Coldiretti guarda al Kirghizistan per rivitalizzare il settore agropastorale della Sardegna.
L’idea sarebbe quella di importare un centinaio di pastori per dare linfa ad un settore in crisi e ripopolare le campagne che già da tempo subiscono una continuo ed inarrestabile
spopolamento. Per arrivare a questo obbiettivo, che è ancora in fase di studio e discussione, anche se ci sono già stati degli incontri ufficiali tra la stessa Coldiretti e rappresentanti del governo, servono ulteriori passaggi che, comunque, la Coldiretti è intenzionata a percorrere sino alla fine. Gli interventi di “ripopolamento” doverebbero riguardare tre aree specifiche della Sardegna, ovvero il Sarrabus, le Barbagie ed il sassarese.
L idea di rivolgersi e guardare a questo paese asiatico, ai più sconosciuto, deriverebbe dal fatto che ci sarebbero molte affinità con le attività allevatoriali svolte in Sardegna ed una particolare conoscenza dell’attività casearia, in particolare nella produzione di formaggio derivante dal latte di pecora. A molti, in realtà, l’idea appare quantomeno particolare e probabilmente il settore avrebbe bisogno di risposte più adeguate. Se la gente “scappa” dalle campagne probabilmente è perché il lavoro dell’allevatore, oltre che essere particolarmente duro e faticoso, oggigiorno è sempre meno redditizio. Il costo delle materie prime continua a salire rendendo sempre più bassi i margini di guadagno. Le famose battaglie che si ripresentano in periodo elettorale, per portare il prezzo del latte a quotazioni più favorevoli sono cadute nel nulla. Per molti, le risposte non possono essere l’importazione di maestranze dall’estero, ma molto più utilmente aiutare i produttori locali a trovare fette di mercato estere in cui poter allocare il prodotto a prezzi convenienti e sostenere i lavoratori con politiche meno roboanti da un punto di vista mediatico, ma più concrete.
La Coldiretti, comunque, ci crede e continua a lavorare per realizzarlo. Il tempo dirà se è stata o meno una scelta utile per un settore fondamentale per la nostra economia. Lo scetticismo, in ogni caso, tra gli operatori del settore sembra prevalere.