Tsikvach ha fatto riferimento a un “ottimo potenziale” per quanto riguarda i materiali da costruzione e la produzione di attrezzature per le aziende ucraine, esprimendo l’intenzione di portare a Roma “un paio di aziende ucraine che in realtà – ha spiegato – già acquistano attrezzature italiane per i loro impianti di produzione o potrebbero essere interessate”. “C’è un ottimo potenziale – ha aggiunto – per creare una sorta di società di leasing, che potrebbe investire nelle aziende ucraine non denaro ma attrezzature prodotte in Italia. Circa il 64% degli investimenti viene speso in attrezzature. Perciò questa è una parte molto importante dell’investimento che può essere sostenuta dalle aziende italiane e quindi, a loro volta, le aziende italiane possono essere sostenute con tali strumenti”. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di vedere più aziende italiane interessate a fare affari in Ucraina. Saranno sostenute dalle autorità statali italiane, sicuramente dall’Ucraina e anche da partner internazionali”. L’Ucraina, infatti, “fornisce una serie di incentivi per gli investimenti”, ha evidenziato, citando la possibilità per chi investe di “ottenere fino al 30% del sostegno statale”.
“Chi investe – ha aggiunto – non pagherà l’imposta sul reddito delle società per cinque anni, non ci saranno pagamenti per dazi doganali o attrezzature e vantaggi aggiuntivi. Siamo pronti a collaborare con partner italiani e a fornire incentivi statali. Penso – ha affermato – che sia molto importante per le aziende italiane capire che l’Ucraina non è un progetto di beneficenza. L’Ucraina è una destinazione commerciale redditizia – ha concluso – e prima le aziende inizieranno a pianificare gli investimenti, migliori saranno i profitti che potranno ottenere dall’Ucraina”.
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