“Anche il Veneto ha subito un taglio di 775 milioni. Io sono stato il primo, dopo lo scoppio della guerra, a suggerire una rinegoziazione del Pnrr, come previsto dall’art. 21 dello stesso”. Ma non lo si è fatto perchè “il governo di allora decise di andare avanti come previsto. Io però, a questo punto, ricordo che di quei 230 miliardi di euro una parte è a fondo perduto ma abbiamo anche preso a prestito un sacco di miliardi e li dobbiamo restituire”. I tagli hanno fatto male: “Confido che il governo mantenga l’impegno annunciato a coprire gli investimenti saltati facendo ricorso al Fondo di coesione e sviluppo. Vigileremo perchè succeda davvero”. Per il governatore veneto si poteva fare meglio: “Con un taglio chirurgico magari molti investimenti si potevano salvare. I Comuni sono in difficoltà perchè hanno gli appalti in corso. Sarebbe grave se per l’inerzia di qualcuno pagassero tutti. L’Europa non ci aspetta e attende che passiamo dalle parole ai fatti”. Come? “Prendiamo il taglio di 16 miliardi come una “riprogrammazione”. Come Paese abbiamo la possibilità di mettere a punto un nuovo progetto strategico dirottando gli investimenti sul Repower, cioè sulle fonti alternative. In Veneto prevediamo di spendere un miliardo e 600 milioni sull’idrogeno verde”.
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(ITALPRESS).