“Quando si soffre di dipendenze, ansia o depressione – ha spiegato il professor Antonello Bonci, direttore scientifico di Brain&Care, presidente esecutivo e fondatore del Global Institutes on Addictions (GIA) Miami -, il cervello subisce un’alterazione della normale attività di alcune sue aree. Grazie alla TMS, integrata con altre terapie, possiamo intervenire positivamente sulla condizione clinica del paziente, correggendo il disturbo di cui soffre da un punto di vista elettrochimico; come se un pacemaker esterno regolasse gli effetti della patologia diagnosticata attraverso l’azione diretta sulla plasticità cerebrale (costituita da tutti quei fenomeni cognitivi che si formano nel cervello e che hanno una durata superiore a 30 minuti). Contrariamente a quanto comunemente si potrebbe pensare, il concetto di stimolazione elettrica cerebrale non è di recente invenzione: già Ippocrate a suo tempo aveva capito che l’elettricità poteva agire sul dolore delle persone. Intuizione che, oggi, trova riscontro nei risultati degli studi di Imaging, che hanno mostrato un successo superiore all’80% dei casi in pazienti con depressione sottoposti a TMS coadiuvata da farmaci e altre terapie. Proprio questi risultati comprovati hanno permesso il riconoscimento del marchio europeo nel 2021 per l’adozione di questa soluzione nel trattamento di tutti i tipi di dipendenze”.
Cosa fa la TMS al cervello e quando è consigliabile ricorrervi? Nel corso del suo intervento, Bonci ha spiegato che, quando la sola assunzione del farmaco chimico non porta ai benefici auspicati, l’utilizzo della TMS ha un effetto chimico e metabolico, vascolare, antinfiammatorio e a livello di plasticità cerebrale. Utilizzata come pacemaker bidirezionale o come ricalibratore del cervello a frequenze più basse nel caso di dipendenze, la TMS aiuta i pazienti a terminare il ciclo di cure dichiarando di “non pensare più”, “non essere più interessati alla sostanza”, o addirittura di “non ricordarsi la motivazione della dipendenza”, riacquisendo la piena facoltà cognitiva “sono io a decidere”. Nel 66% dei pazienti la TMS riduce o elimina del tutto i pensieri suicidi ripetitivi e può aiutare anche in casi di demenza, in adulti, adolescenti o anziani con patologie che vanno dall’ansia al Parkinson, ed è efficace anche nell’ambito della Mental Performance: può trovare beneficio dalla TMS chi, dopo aver contratto l’infezione da Covid-19, lamenta di essere afflitto da nebbia mentale e stanchezza fisica; gli atleti e sportivi soggetti ad ansia da prestazione che vorrebbero essere più veloci, concentrati, scattanti; per arrivare a casi di manager che, una settimana prima di una grande decisione, scelgono di sottoporsi alla TMS per essere in grado di prendere la migliore decisione in piena lucidità.
Al congresso sono intervenuti, dopo i saluti introduttivi di Nadia Bolognini (Ordine degli Psicologi della Lombardia-OPL), Roberto Burioni (Professore Ordinario di Virologia e Microbiologia, Università Vita-Salute San Raffaele), Fabrizio Gervasoni (Consigliere dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Milano), Ivan Limosani (Medico Psichiatra Dirigente Struttura Salute Mentale, Dipendenze, Disabilità e Sanità Penitenziaria – Unità Organizzativa Rete Territoriale Regione Lombardia) e Letizia Moratti (Cofondatrice Fondazione San Patrignano), esperti di diverse specializzazioni mediche e psicologiche impegnati nella prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi mentali e neurologici: Camillo Ricordi (Director Emeritus Diabetes Research Institute, Miami, USA), Antonello Bonci (Fondatore GIA Miami, USA; Direttore Scientifico Brain&Care Group), Bernardo dell’Osso (Professore Ordinario, Psichiatria, Università degli Studi di Milano), Colleen A. Hanlon (Vicepresidente, Medical Affairs, Innovation Team Brainsway), Giovanni Serpelloni (Direttore Neuroscience Clinical Center & TMS Unit, Verona, Milano, Roma), Furio Ravera (Psichiatra, Direttore Reparto Disturbi di personalità e dipendenze, Casa di Cura “Le Betulle”, Gruppo Ginestra, Milano), Vincenzo Di Lazzaro (Professore Ordinario, Direttore UOC Neurologia, Università Campus Bio-Medico, Roma), Giacomo Koch (Professore Ordinario, Neurologia, Università degli Studi di Ferrara; Istituto di Ricerca e Cura a carattere Scientifico – IRCCS – Santa Lucia, Roma), Alessio Avenanti (Professore Ordinario, Dipartimento di Psicologia, Alma Mater Studiorum Università di Bologna).
Nella sessione pomeridiana sono intervenuti anche: Giorgio Tonon (GEA Soluzioni, Torino), Marco Diana (Professore Ordinario, Dipartimento di Chimica e Farmacia, Università degli Studi di Sassari), Cristiano Chiamulera (Professore Ordinario di Farmacologia, Università degli Studi di Verona), Isabel Fernandez (Presidente Associazione Italiana EMDR), Sara Bertelli (Responsabile Centro DNA, ASST Santi Paolo e Carlo, Milano; Nutrimente OdV, Milano), Giuseppe Rocca (Neuropsicologo, Neuromodulation lab, Piacenza), Graziella Madeo (Direttrice Unità Neuromodulazione e Ricerca Clinica Brain&Care Group, Rimini) e Gabriele Zanardi (Professore a contratto, Dipartimento di medicina sperimentale e forense Università di Pavia; Responsabile area psicologica e neuroscienze, Brain&Care Group, Milano). Hanno moderato: Antonio de Giovanni (Psichiatra, Brain&Care Group, Milano) e Werner M. Natta (Psichiatra, Brain&Care Group, Torino).
– foto ufficio stampa Studio BElive –
(ITALPRESS).