Attualmente “l’analisi dell’opinione pubblica a livello europeo è svolta essenzialmente dall’Eurobarometro, costituito da 27 sondaggi nei 27 Paesi”, con cui viene “fatta una media del dato: questo approccio però tende a privilegiare l’opinione pubblica del singolo Paese, noi invece pensiamo che sia molto importante poter avere uno strumento che analizzi l’opinione pubblica europea”. Per questo “stiamo producendo un osservatorio continuativo, rappresentativo della popolazione europea”, per offrire “servizi ad hoc ai nostri potenziali clienti”. Le interviste sono svolte “attraverso il cosiddetto metodo CAWI online, perchè ormai anche in Italia la presenza dei telefoni fissi non copre più tutta la popolazione, mentre con l’intervista online è possibile rappresentare l’opinione pubblica in maniera più veloce, meno costosa e anche più precisa, anche con l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale”, ha sottolineato.
“Abbiamo costituito Rachael, una startup innovativa con la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) e l’università di Trieste, che sono due eccellenze nel panorama scientifico e di ricerca applicata, che sta applicando gli algoritmi di intelligenza artificiale all’enorme archivio dati SWG che, dal 1997, settimanalmente rileva l’opinione pubblica degli italiani su centinaia di argomenti, da cui produciamo le nostre osservazioni”.
Su Bruxelles “abbiamo tre target: da una parte ci sono la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, tutte le diramazioni delle istituzioni europee e anche il mondo dell’associazionismo. Il secondo target è quello dei partiti politici, mentre il terzo ambito – che è quello per noi più interessante e quello su cui puntiamo maggiormente – è quello delle imprese: moltissimi settori sono soggetti a una regolamentazione, che sta passando dall’ambito nazionale a quello europeo, abbiamo cominciato già a lavorare con tantissime aziende che hanno la necessità di capire come gli utenti dei propri servizi reagiscono alle proposte di modifica della regolamentazione su scala europea”. Tra le priorità più sentite dai cittadini europei ci sono “certamente il tema della difesa comune, connesso alla preoccupazione per le guerre: la maggioranza degli europei è favorevole all’esercito comune, l’Italia è il Paese dove c’è il minor favore e c’è un forte atteggiamento sfavorevole alla guerra. Il secondo tema è quello ambientale, che aveva raggiunto il suo vertice in termini di priorità prima del Covid e oggi sta crescendo nuovamente. Il terzo è quello delle prospettive dell’economia europea: è sotto gli occhi di tutti la difficoltà di alcuni settori e il problema della competizione a livello globale”, ha spiegato de Carolis.
“La sensazione è che il tema vero sia la paura, uno dei grandi motori dell’opinione pubblica, dell’agire individuale e dei gruppi sociali. Qualche anno fa era la paura di perdere il posto di lavoro, oggi non sembrerebbe questo”. In generale “dove c’è maggior fragilità, c’è maggior paura e quindi anche maggiore attenzione a delle ricette semplici da comprendere e che si vorrebbe potessero risolvere i problemi”.
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(ITALPRESS).