“Alla luce delle prime indagini – ha detto ancora Satta – emerge una situazione allarmante. Negli ultimi due anni la specie si è diffusa in modo esponenziale e capillare nelle aree costiere, colonizzando in maniera elettiva quasi tutti gli ambienti lagunari gestiti da Consorzi e non”.
“Crediamo fortemente di essere una delle Regioni maggiormente toccate da questo problema che sta davvero danneggiando i nostri pescatori. Va bene il tavolo tecnico ma chiedo anche la presenza politica in quanto poi i pescatori, che chiedono risposte, li vediamo noi Assessori tutti i giorni. Dobbiamo dare spiegazioni agli operatori del mare. Abbiamo 27 compendi ittici distribuiti in tutte le coste della Sardegna. Per fortuna ancora oggi dal punto di vista economico c’è un prezzo interessante offerto ai nostri pescatori ma questo tenderà a scendere velocemente finita l’estate. Il problema è l’autorizzazione all’utilizzo di attrezzi idonei alla cattura di questa specie e lo smaltimento degli esemplari non ritenuti utili alla vendita”.
Il granchio blu si sta diffondendo soprattutto nella costa orientale, tra San Teodoro e Orosei. Nelle lagune oristanesi e del Sulcis e ora, stanno dilagando anche nelle lagune del cagliaritano, attaccando specialmente gli allevamenti di ostriche e cozze. I danni che i pescatori stanno rilevando maggiormente sono quelli alle attrezzature. Questa specie distrugge infatti le reti e le nasse di piccole dimensioni.
Per il ministro Lollobrigida ci possono essere utilizzi in termini commerciali dell’animale, dalla mangimistica al consumo umano.
– Foto: Ufficio stampa Regione Sardegna –
(ITALPRESS).