Poi “abbiamo certamente dei problemi di sistema perchè nei decenni scorsi l’Italia ha sbagliato la programmazione degli specialisti medici: soprattutto in alcune specialità, non produciamo specialisti in modo sufficiente rispetto alla domanda e questo è un problema che richiederà degli anni per essere risolto. C’è anche un problema di tariffe perchè la tariffazione, cioè ciò che lo Stato mette per erogare queste prestazioni, in molte realtà è scesa troppo”. Quindi quella individuata dal governo è la strada giusta? “E’ un primo passo. Se verrà sviluppato a breve con il disegno di legge e anche con un pò di finanziamenti, sicuramente è una strada. Sono 10 anni che i governi definanziano la sanità, è una buona cosa se ci si rimette dentro qualcosa”, ha sottolineato Pelissero.
“In Europa tutti i sistemi di welfare fanno fatica, perchè sono stati pensati 40-50 anni fa, quando quello che si poteva fare è infinitamente meno rispetto a quello che si può fare oggi. Questa però è una scelta politica di fondo: queste società devono decidere quanto investire sul valore della salute e del benessere dei cittadini, questa è la grande sfida”, ha sottolineato. “L’Europa – e l’Italia è molto allineata – è sicuramente il territorio nel mondo che si prende più cura dei propri cittadini, lo fa discretamente. Abbiamo abbattuto drasticamente la mortalità infantile, la nostra speranza di vita è elevata: gli indicatori fondamentali non sono affatto male. Ci sono delle disparità territoriali, si può fare meglio” ma “se vogliamo fare una comparazione fra le cose reali, allora sicuramente questa sicuramente è un’oasi felice”.
Come presidente Aiop, “l’obiettivo è trovare le risorse per rinnovare i contratti di lavoro di circa 100.000 lavoratori su tutta la filiera”. L’Aiop rappresenta le strutture ospedaliere, socio sanitarie e territoriali di diritto privato del Servizio sanitario nazionale e le realtà operanti nel campo del privato puro. “Dobbiamo dare una risposta alla cronicità, all’invecchiamento della popolazione e al cambiamento della struttura delle famiglie in questo paese, dove la famiglia individuale diventa sempre più frequente: una fetta importante della popolazione ha bisogno di più presenza, sostegno e aiuto. La residenzialità sanitaria non è l’unica soluzione possibile, però è una soluzione importante e significativa: oggi abbiamo un grande sviluppo – soprattutto nell’Italia del Nord e del Centro – della residenzialità che unisce i servizi alla persona (l’alimentazione, la pulizia, la socialità) con una parte che diventa sempre più importante dal punto di vista sanitario. L’ospedale non è la struttura adatta per fare queste cose: la risposta sul benessere e sulla salute della persona deve essere completa” e “la nostra associazione ha lavorato per mettere insieme tutto questo”, ha spiegato Pelissero. “Le nostre strutture sono integrate nel Servizio Sanitario Nazionale, ci si va con la tessera sanitaria sia per fare la visita medica, sia per un ricovero. Il cittadino non ha la minima percezione del fatto che esistono un 28-30% di prestazioni di ricovero ospedaliero che sono erogate da enti che non sono di proprietà pubblica, ma sono convenzionati. C’è una divaricazione di linguaggio e di percezione fra gli utilizzatori” del servizio “rispetto invece al dibattito politico, dove l’ideologia è assolutamente dominante: la cosa divertente è che poi anche chi “strilla” contro il privato, quando governa, invece, lo usa tantissimo”.
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