E sulle politiche per la parità di genere all’interno dell’azienda: “Nei nostri stabilimenti c’è un macro progetto che riguarda la ‘diversity equity and inclusion’ che permette alle nostre colleghe di avere un migliore rapporto qualità di vita-lavoro – ha spiegato – Se noi guardiamo i numeri, questi rendono abbastanza bene l’idea: la general manager di Pfizer Italia è una donna finlandese, la plan manager di Ascoli è una donna, il 40% dei ruoli apicali negli stabilimenti produttivi sono guidati da donne, e di solito è un contesto molto maschile. E ancora, il leadership team del settore commerciale per oltre la metà è composto da donne, c’è un ampia attenzione all’inclusione di genere e non solo”.
Tra le problematiche che un’azienda come Pfizer è chiamata ad affrontare, quella della diffusione incontrollata di notizie false sui temi legati alla medicina, alla salute e alla farmaceutica è tra le più delicata.
“Fake news e misinformazione stanno diventando dei grossi problemi che riguardano la salute pubblica, perchè generano comportamenti negativi nelle persone – ha ricordato Oppi – Abbiamo pensato che al di là di fare debunking, quindi di smentire le notizie, è importante operare alla radice. Siamo partiti con un progetto nelle scuole superiori attivo da ottobre, alfabetizzeremo studenti e professori e parallelamente ci rivolgeremo anche ai corsi di giornalismo e alle facoltà di Scienze della comunicazione per riuscire a portare strumenti per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica”.
Infine, uno sguardo ai numeri, che in particolare ad Ascoli Piceno, stabilimento dal quale si esporta il farmaco antivirale contro il Covid, hanno fatto segnare importanti record: “Quest’anno con lo stabilimento di Ascoli si è stabilito un record di export clamoroso, siamo passati da 38 miliardi di export verso l’estero a 47 – ha concluso – E questo proprio grazie allo stabilimento piceno che produce l’antivirale contro il Covid”.
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