Regata d'autore in Costa Smeralda. Il gol di una Sardegna che cresce e gode di ottima reputazione internazionale
Messe assieme varranno qualche miliardata di dollari. Sposano tecnologie avanzate, storia e tradizione dell'arte velica all'ennesima potenza. Hanno almeno diciotto metri e mezzo di lunghezza, sono scafi in un mix di carbonio, leghe e software sofisticati che volano sulle onde anche a cinquanta nodi. Poi, ci sono anche autentici gioielli d'epoca, come Baruna, varata nel 1938 e rimessa a nuovo da un sapiente restauro. Ma alla fin fine quel che ancora una volta ha fatto la differenza è stata la location: le acque della Costa Smeralda, l'isola di La Maddalena, le Bocche di Bonifacio. Immagini di una Sardegna più viva che mai. Sontuosa anche per i forti rimbalzi mediatici che la vedono viaggiare in ogni angolo del pianeta. Una terra, la nostra terra!, ricca di sole, mare, onde e vento. Ma anche intuito, energie strepitose e apprezzate. La 33esima edizione della Maxi Yacht Rolex cup, una settimana di sfide a suon di virate, si è chiusa ieri. Curata dallo Yacht club Costa Smeralda con Rolex (title partner) e Ima (International Maxi association), la manifestazione ha messo al via una flotta che, oltre ai 22 metri di Baruna, ha visto duettare autentici mostri della vela come Wally Yachts, il nuovo Y3K di 101 piedi fresco di varo fino ai tre multiscafi, per la prima volta ammessi alla regata, e gli spettacolari J Class, barche di 40 metri e oltre 100 tonnellate di dislocamento. Tutti da Hall of fame skipper e armatori. Tecnologia velica supersofisticata. Con lo scafo di Azzurra, sontuoso ed elegante e icona di un’Italia che funziona, a sovrastare le barche dal molo di Porto Cervo. Il top è di gamma eccellente, senza eguali o quasi. A bordo, specialisti reduci da Olimpiadi e America's cup, skipper e tattici contesi come neanche Neymar e Mbappé. Armatori e appassionati che amano vento e competizione. Per cornice il golfo di Arzachena, il maestrale e uomini e donne di Gallura. La Rolex cup è stata questo e altro. Puntuale e solenne, si è aperta domenica scorsa con il "buon vento", augurato da Michael Illbruck, commodoro dello Yacht club fondato dall'Aga Khan, alle 48 imbarcazioni iscritte all'evento. Giganti dei mari che scuotono e rinnovano la disciplina, e un mondo in continua evoluzione, dalle fondamenta. Accompagnata da condizioni meteo perfette, la regata si è sviluppata con successo e si è chiusa al meglio con una sfida costiera di circa 21 miglia per tutte le classi. Paradisiaca la circumnavigazione delle isole di Mortoriotto e Soffi. A seguire, il Comitato di regata ha chiuso i giochi. Con applausi per l'intera comunità velistica. Da Vasco Vascotto, trionfatore di ventisette campionati del mondo e tattico di Cannonball, fresco vincitore del Rolex TP52 World Championship su Platoon, a Terry Hutchinson, tattico di Bella Mente e skipper diAmerican Magic per la 37^ America’s Cup. Le 48 bellezze del mare sono state suddivise dal Comitato in sei classi. Sempre per la Classe Maxi B hanno gareggiato racer puri. Tra questi, Bella Mente, Jethou, North-Star e Proteus, oltre ai due 65 Ambersail e Sisi, e al Wally 82 Django HF (ex Highland Fling XI). "I grandi nomi della vela ci sono tutti" ha detto Andrea Vallicelli, padre di Azzurra disegnata nel 1983 che quest’anno brinda ai suoi quarant'anni. Il designer ha gioito a bordo di una delle sue ultime creature, H2O. Per stare ai grandi nomi, la regata ha avuto il gotha della vela internazionale. Da Adam Beashel su Black Jack,Murray Jones su Galateia, Brad Butterworth su Jethou, Mitch Boot su Leopard 3, Jochen Schuemann su Magic Carpet, Guillermo Parada su Moat, Morgan Larsson su Proteus, Ken Read su V. Francesco De Angelis su Cannonball, Tommaso Chieffi su Django HF, ‘Ganga’ Bruni su Grande Orazio, Alberto Bolzan su My Song, AndreaCasale su Re/Max One 2 e Mauro Pelaschier su Viriella. dell'armatore Vittorio Moretti, patron di Franciacorta e dell'azienda vinicola con sede ad Alghero, Sella&Mosca. Insomma, the best of. Gente esperta che non ha mai mollato un alito di vento. Alla Rolex cup by Yacht club Costa Smeralda la Maxi C è stata la classe più numerosa con sedici barche. Dunque, cinque giorni ad elevato valore aggiunto, sportivo ma non solo. La classifica ha visto trionfare innanzi tutto la Sardegna e le sue inestimabili bellezze naturali, di mare e di terra. Per i giudici, in Classe Maxi A, il WallyCento Galateia ha battuto Leopard 3 e Bullitt. Il commento dei velisti è stato unanime: "È stata una settimana eccezionale!". Bella Mente è stata la regina della Classe Maxi B, su Proteus e Pepe Cannonball. L’armatore Hap Fauth - team principal di American Magic, barca del New York Yacht Club alla 37th America’s Cup - ha detto: “Sono molto legato alle regate che si tengono qui a Porto Cervo, questa vittoria ha un significato particolare per me, gli anni passano e non sono più un ragazzino. Questa è la quarta volta che vinciamo la Maxi Yacht Rolex Cup, la nostra prima vittoria risale al 2012". La Classe Maxi C ha avuto un dominatore, Spirit of Lorina, Botin 65. Secondo posto per il Vallicelli 78 H2O del socio YccsRiccardo de Michele, terza piazza per Oscar 3 di Aldo Parisotto. Stella Maris si è aggiudicata la sottoclasse 5. Tra i multiscafi, al debutto alla Rolex Cup, ha prevalso Allegra del socio Yccs,Adrian Keller ("Non avremmo potuto desiderare di meglio!"), seguita da Highland Fling 18 e Convexity 2. Y3K, il nuovo Wally 101 del socio Yccs Claus-Peter Offen ha vinto al debutto la classe Supermaxi davanti allo Swan 115 Moat e al Briand 108 Inoui. Il J Class Svea, con sei vittorie su sei gare ha dominato la classe, davanti a Velsheda e Topaz. Timoniere e coarmatore di Svea è stato lo svedese Niklas Zennstroem, cinque Maxi Yacht Rolex Cup in bacheca!. Che ha spiegato: "Con barche così grandi, che coinvolgono oltre 30 persone, il lavoro di squadra è fondamentale: è stata questa la chiave del nostro successo". Tra i premiati anche Roberto Lacorte di FlyingNikka (Maxi Yacht Line Honours), Pier Luigi Loro Piana, armatore e timoniere di My Song (Trofeo commodoro Alberini), Claus-Peter Offen (Paolo Massarini Orc Challenge Trophy). Speech di gratitudine del commodoro Illbruck in chiusura. Ma in settimana c'è stato spazio per capire ancora una volta che persino i dettagli di eventi di questa portata sono un balsamo fantastico per il turismo, il sistema socioeconomico, la divulgazione e la reputazione credibile della bellezza della nostra regione. "Ottima situazione, competizione emozionante" le parole di Andrea Vallinelli. Tecnologia agli estremi, tattiche sofisticate, allenamenti massacranti e investimenti copiosi. Eppure, a fine corsa brilla il ciak di luoghi eternamente divini: la flotta ha circumnavigato nei giorni scorsi anche le isole di Caprera, La Maddalena e Spargi. Ha fatto rientro su Porto Cervo dal canale di La Maddalena e il Passo delle Bisce. Pierluigi Loro Piana ha annuito: "Regata spettacolare, forse unica. La Costa Smeralda? Nel mondo tutti sanno quanto sia bella" ha detto l'armatore e re della griffe internazionale. E a proposito di fascino ed eleganza, va rimarcato Baruna of 1938, bellezza senza tempo, frutto della matita di Olin Stephens. Chris Savage, tattico di Baruna, ha sottolineato un aspetto: "È incredibile essere qui alla Maxi Yacht Rolex Cup, abbiamo dedicato otto anni al restauro di questa magnifica imbarcazione!". Insomma, splendida festa doveva essere, splendida festa è stata. Con lo Yacht Club Costa Smeralda, fondato a Porto Cervo nel 1967 dall'attuale presidente, l'Aga Khan, a fungere da egregio padrone di casa. Inutile sottolineare la consolidata nomea mondiale di cui gode il club. Oltre alla Rolex Cup, cura la Rolex Swan Cup, i campionati mondiali ed europei dedicati alle classi monotipo e le regate per Superyacht. Lo Yacht Club ha promosso la prima sfida italiana all'America's Cup, nel 1983 con Azzurra, divenuta un simbolo dello sport italiano e l'ha esaltata nel 2009 grazie alla vittoria nel Louis Vuitton Trophy di Nizza e con i successi del TP52 Azzurra.