“Generali ha l’obiettivo di creare valore condiviso nel lungo periodo per contribuire a dare una maggiore qualità della vita alle persone, noi in Italia abbiamo un problema evidente di tipo demografico in Italia, continuano diminuite le nascite, allo stesso tempo abbiamo un numero di anziani che cresce, e quindi abbiamo messo insieme questi due fabbisogni: da un lato aiutando i rifugiati che arrivano in Italia dall’altra aiutando le persone anziane con l’assistenza. Questo progetto di formazione e inserimento lavorativo guarda a una delle sfide più cruciali del nostro tempo, le trasformazioni demografiche e le migrazioni, ed è frutto del modello di partnership pubblico-privato in cui crediamo fermamente”, ha detto Andrea Sironi, presidente di Assicurazioni Generali. “Generali, con la propria Fondazione The Human Safety Net, lavora dal 2017 su questo tema e punta a proporre possibili percorsi che mettono insieme i partner nell’ecosistema per aiutare fattivamente le persone a inserirsi in maniera qualificata nel mondo del lavoro. Al tempo stesso la Fondazione punta a creare modelli replicabili che, una volta testati e avviati, siano scalabili e adottabili in Italia e non solo”.
Il progetto è offerto a rifugiati e migranti di 18 Paesi diversi e che attualmente risiedono in Italia. “Il progetto è nato cercando di capire quali erano le esigenze nel nostro territorio, le esigenze del mercato del lavoro e quindi abbiamo unito dei punti di vista diversi, abbiamo messo insieme tante associazioni.
Coerentemente con la visione di sostenibilità del Gruppo Generali, in Italia ci impegniamo e agiamo quotidianamente per essere un Corporate Citizen Responsabile restituendo alla comunità e a tutto il territorio valore reale, concreto e condiviso – ha spiegato Gianluca Perin, General Country Manager di Generali Italia -. Oggi, con Fondazione The Human Safety Net, presentiamo un progetto di grande impatto sociale che vuole dare il proprio contributo per la costruzione di una società più inclusiva e solidale, che permetta alle persone di guardare al futuro con fiducia”.
Oggi in Italia gli over 65 rappresentano il 24% della popolazione, si stima che questa percentuale crescerà di 10 punti entro il 2050, mentre i caregiver professionali sono circa 1,2 milioni. Nel Paese risiedono 5 milioni di cittadini stranieri, di cui oltre 3 non comunitari e, tra il 2021 e il 2022, si è registrato un aumento del 556% di richieste di asilo e protezione internazionale, seguite dai ricongiungimenti familiari e dai motivi di lavoro. In questo contesto, l’iniziativa ha il duplice obiettivo di dare una risposta concreta al bisogno del Paese di avere professionisti qualificati della salute e della cura, che siano in grado di supportare le sfide del cambiamento demografico in atto, e di creare opportunità di lavoro a chi giunge in Italia alla ricerca di una nuova vita.
Alla presentazione del progetto è intervenuto, tra gli altri, il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Generali tra i suoi obiettivi ha quello di dare sicurezza, assicurare una qualità della vita migliore alla persone e credo che questo progetto delle Fondazione offra una mano importante ai rifugiati, segnando anche una volontà di legalità, un aiuto a coloro che arrivano in Italia bisognosi di scappare da guerre, epidemie. Questo è anche il modo per affrontare il tema della migrazione: non dire venite nel nostro paese e poi fare quello che volete, e quello che sta facendo Generali è sacrosanto”.
Il progetto, partito a gennaio 2024 e che si concluderà a giugno 2026, vede attualmente oltre 100 beneficiari in fase di tirocinio, dopo la formazione teorica in aula, e rappresenta il rinnovato impegno di The Human Safety Net e Generali Italia a favore di rifugiati e migranti nel Paese. Dal 2019 ad oggi, sono state più di 1200 le persone formate e 470 quelle inserite nel mondo del lavoro grazie ai progetti attivi in Italia.
Gli aderenti hanno l’opportunità di scegliere due diversi percorsi formativi per diventare caregiver familiari, ausiliari socio-assistenziali o operatori socio-sanitari; inoltre, gli studenti vengono sostenuti nello studio della lingua italiana, nel percorso di riconoscimento dei titoli di studio necessari all’ottenimento delle certificazioni professionali e nel placement presso strutture attive nel settore socio-sanitario, inclusi ospedali, cliniche ed RSA.
Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, ha sottolineato che “la possibilità per 300 rifugiati di qualificarsi in qualcosa in cui abbiamo un bisogno straordinario fa scoprire l’opportunità che è la presenza dei rifugiati che possono costruirsi un futuro nel nostro paese. La scelta di Generali va nella direzione giusta”.
L’iniziativa, che si pone l’obiettivo di creare un modello che possa essere esteso e replicato in altre regioni italiane, conta sulla collaborazione di soggetti impegnati nel mondo dell’accoglienza e della formazione professionale in grado di creare percorsi virtuosi e inclusivi: enti del Terzo Settore e del Non Profit, enti di formazione e strutture socio-sanitarie sul territorio nazionale. In particolare, tra gli enti del Terzo Settore il progetto è sostenuto dal Comitato di Milano della Croce Rossa Italiana, dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Consorzio Communitas. Tra gli enti di formazione e agenzie per il lavoro sono coinvolti ACOF Olga Fiornini, ASCOLOM, Randstad HR Solutions, Galdus Formazione, la ASL Roma 1 e Umana SpA.
Infine, la valutazione del progetto è coordinata dalla Fondazione Politecnico di Milano con il supporto di TIRESIA, il centro di ricerca della School of Management del Politecnico di Milano dedicato allo studio dell’innovazione, dell’imprenditorialità e della finanza a impatto, diretto dal Professor Mario Calderini.
– foto xc3/Italpress –
(ITALPRESS).