“Attualmente, i test di screening e la vaccinazione, che protegge dai ceppi a maggiore aggressività, rappresentano le uniche strategie nella prevenzione dell’HPV. In Italia, la somministrazione del vaccino è fortemente consigliata e offerta gratuitamente a ragazze e ragazzi dagli 11 anni di età, sebbene la percentuale di persone vaccinate rimanga ancora notevolmente bassa”, ha spiegato il professor Vittorio Unfer, ginecologo e docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università UniCamillus di Roma, in occasione della Giornata Internazionale del Papilloma Virus (HPV) che ricorre il 4 marzo e che si propone di favorire la consapevolezza, l’educazione e la prevenzione dei tumori HPV-correlati.
Dai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità risulta che, sebbene nell’80% circa delle infezioni si vada incontro a una risoluzione spontanea, nel 20% si assiste a una persistenza che può determinare lo sviluppo di lesioni benigne e maligne. “Il principale ostacolo è rappresentato dalla persistenza del virus, una fase dell’infezione in cui l’HPV si è ormai integrato nel DNA dell’ospite e rimane presente per diversi anni, potenzialmente favorendo lo sviluppo di lesioni precancerose. Questo sottolinea l’importanza cruciale di individuare tempestivamente le alterazioni causate dal virus attraverso esami regolari, come il Pap test”, ha spiegato Unfer.
Negli ultimi anni, sono stati identificati dei nuovi approcci terapeutici che non solo mirano a debellare l’infezione, ma anche a contrastare la sua persistenza nel tempo. “Da un punto di vista terapeutico non esistono cure contro il papilloma virus. Tuttavia, recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato che l’effetto sinergico di sostanze di origine botanica come l’Epigallocatechina Gallato (EGCG) e di micronutrienti quali Acido Folico, Vitamina B12 in associazione all’Acido Ialuronico a bassissimo peso molecolare può essere un valido aiuto nel ridurre la persistenza del virus”, conclude il professore.
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