La banca dati – spiega il ministero della Giustizia in una nota – è frutto di un progetto della Direzione generale sistemi informativi automatizzati (Dgsia) del Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione del Ministero della Giustizia (Ddsc), in forza del finanziamento Pon governance 2014-2020 (React Eu).
Questo risultato rientra nel piano di attuazione del Pnrr e vede il pieno raggiungimento dell’obiettivo della “creazione di una banca dati gratuita, pienamente accessibile e consultabile delle decisioni civili conformemente alla legislazione” previsto dalla misura “Riforma 1.8 Digitalizzazione del Sistema Giudiziario”.
La banca dati, accessibile tramite il portale dei servizi telematici (Pst) del Ministero mediante autenticazione con i sistemi Spid, Cie e Cns, permette di effettuare ricerche tramite le parole presenti nel testo oppure per parole chiave, riferimenti normativi, ufficio giudiziario, materia e data. Non è invece possibile effettuare alcuna funzione di classificazione, valutazione, confronto, profilazione o similare, sui dati dei provvedimenti resi disponibili.
Per assicurare livelli assoluti di riservatezza, tutti i dati personali sono pubblicati in forma pseudonimizzata. In tal modo è garantita la possibilità di lettura della consistenza dei provvedimenti pur oscurando i dati sensibili, in piena conformità con le norme sulla tutela dei dati personali.
“I cittadini assumono, così, maggiore conoscenza e consapevolezza del funzionamento del sistema giudiziario, attraverso un portale che risponde alle nuove esigenze legate alla digitalizzazione e al miglioramento della qualità dei servizi del comparto Giustizia – spiega il ministero -. Una svolta decisiva nell’affinare l’efficienza operativa e l’efficacia dei processi decisionali, consolidando ed efficientando il sistema giudiziario e avvicinando il cittadino all’Istituzione attraverso il processo di digitalizzazione”.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).