“Per quanto riguarda l’importanza delle materie prime, noi l’avevamo ben chiara sin dall’inizio, l’opinione pubblica e la politica hanno aumentato la loro sensibilità: ci si rende sempre più conto che non abbiamo grande disponibilità di materie prime – sottolinea -. Al di là del fatto che sarebbe poco intelligente sprecare materie prime che sono costate in termini di fatica ed energia per estrarle, è anche poco lungimirante smaltire in discarica quando per andare a prenderne di nuove bisogna andare a recuperarle sul mercato internazionale che spesso è difficile per motivi geopolitici. E’ strategico non solo dal punto di vista ambientale, ma anche industriale, riciclare e gestire bene il fine vita delle materie prime”, ha concluso.
“Quello della responsabilità estesa del produttore è un principio che da alcuni anni a livello europeo viene utilizzato per assoggettare una singola filiera di prodotti a una gestione del fine vita, di quando diventeranno rifiuti e non sarà possibile utilizzarli, per gestirli in modo più efficiente – spiega Fluttero -. Questa gestione di responsabilità estesa viene concertata a livello europeo, ma definita per decreto ministeriale in ogni singolo paese, con cui viene prescritto come i singoli produttori di quel settore, quando i prodotti che hanno immesso sul mercato arrivano a fine vita, debbano adempiere a una serie di obblighi per il fine vita, e lo fanno attraverso un consorzio al quale devono aderire”.
“Le imprese hanno per decreto una serie di adempimenti, che vengono girati al consorzio da loro scelto insieme agli eco contributi incassati – prosegue il presidente di Erion -. Nel caso dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), per esempio, noi consumatori non ci rendiamo conto che abbiamo pagato un eco contributo, mentre per gli pneumatici è scritto a parte nella fattura del gommista. Il produttore gira questo eco contributo al consorzio, che in accordo coi Comuni, gli enti che si occupano della raccolta rifiuti, deve migliorare le prestazioni del fine vita di quei prodotti. Per i RAEE ammonta al 60% dell’immesso sul mercato, bisogna lavorare tutti insieme con campagne di sensibilizzazione per raggiungere quell’obiettivo – aggiunge -. Poi c’è il tema del riciclo, i consorzi scelgono attraverso le gare i migliori riciclatori con le migliori caratteristiche per ottenere il massimo del riciclo dai quantitativi intercettati durante l’anno”.
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