“Tre settimane fa uno di questi nuclei terroristici, l’ISKP, era stato colpito dai russi – spiega Crosetto -. Gli americani hanno avvisato i servizi di Mosca spiegando che il gruppo era stato colpito solo in parte, ma non era ancora stato debellato. Venerdì c’è stata la reazione. E’ successo in Russia, ma un attentato del genere può ancora succedere in tanti altri Paesi dove l’Isis è presente ed operativo”.
Secondo il Ministro “non esistono collegamenti tra Ucraina e Isis. Nè sarebbero consentiti dagli alleati degli ucraini che considerano l’Isis alla stregua di Hamas un’organizzazione terroristica da combattere in ogni modo. Per Kiev anche solo pensare di aiutare l’Isis sarebbe equivalso a un doppio suicidio”.
In merito alla Russia, “il controllo del governo, lo dimostrano le elezioni presidenziali, è forte e radicato, come del resto in tutti i Paesi ‘diversamente democraticì. Resiste grazie alla sorveglianza di media, social, opposizioni, dibattito pubblico. Se il regime è forte però si rafforzano anche le forme di resistenza. Movimenti separatisti, filo-ucraini, anti-Putin. Cellule islamiste che sono impossibili da sradicare completamente”. E alla domanda, se crede al pericolo di una guerra fra Occidente e Russia, risponde: “Mi rifiuto di accettare l’idea di un’escalation inevitabile. Dobbiamo lavorare per la pace e per una tregua. Ma abbiamo anche il dovere di aiutare Kiev a difendersi: se la Russia penetrerà oltre nel Paese ci avvicineremmo a una guerra mondiale quasi certa, come dico da due anni”. “Putin – aggiunge – non deve avanzare oltre i territori conquistati ad oggi e deve fermare gli attacchi. Quando i bombardamenti russi si fermeranno, anche solo per un giorno, e lui si siederà a un tavolo di pace, allora potremo lavorare alla de-escalation. Finora non è successo. Devo dire che sono stupito dal doppiopesismo di una parte della comunità internazionale. Sono pochi a chiedere alla Russia di non invadere e bombardare un Paese sovrano. Tutti chiedono, chiediamo, a Israele di smettere di bombardare Gaza per attaccare un gruppo terroristico che l’ha colpito profondamente e in modo così traumatico. Non ricordo una sola protesta nelle nostre università, studenti o intellettuali ‘impegnatì che siano, contro i missili di Putin”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).