“Il nostro lavoro è quello di costruire un’area pragmatica, riformista e repubblicana, quella che è stata incarnata dal governo Draghi – spiega Calenda -. E’ un lavoro faticoso e lungo, perchè si pone fuori da questo bipolarismo. Le Regionali che con il loro sistema elettorale a turno secco ti obbligano ad ammucchiate sono per noi la prova più difficile. In questo caso nessuno delle due coalizioni era convincente”.
In merito al salario minimo “stiamo lavorando da tempo sull’unico punto che mette d’accordo le opposizioni, che hanno tutte nel programma elettorale questo tema. Ripeto: per noi viene sempre prima il merito rispetto all’ideologia – prosegue l’ex ministro -. Così come votiamo la riforma Nordio, che era nel nostro programma elettorale, allo stesso modo stiamo cercando un punto di caduta tra tutte le opposizioni sul salario minimo per presentare una proposta comune”.
“Siamo abbastanza avanti nel percorso: se riusciamo a presentare una proposta tutti insieme sarà un bel segnale per i lavoratori – aggiunge Calenda -. I lavoratori poveri sono più di tre milioni e l’inflazione li ha colpiti più di tutte le altre categorie. Inoltre la direttiva europea va in questa direzione così come in tutti gli altri Paesi europei. Il mio invito a Meloni è quello di non valutare questa proposta con un pregiudizio ideologico. Bene ridurre il reddito di cittadinanza per chi può lavorare ma le condizioni devono essere decorose”.
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(ITALPRESS).