Parlando della fuga dei medici, Bellantone evidenzia come sia “una problematica urgente figlia di tanti anni di gravissimi errori sulla programmazione sanitaria, c’è stato un periodo in cui ci si è scagliati su una sanità che si riteneva troppo dispendiosa, questo ha provocato tagli sconsiderati – evidenzia -; ma si è anche aggiunta una cattiva programmazione degli studi universitari, fino a dei tagli stipendiali su tutto quello che era il comparto della sanità che hanno fatto sì che oggi ci troviamo con pochi specialisti, pochi infermieri e operatori sanitari. Io ritengo che questa situazione sia sanabile ma non a breve perchè per formare un medico specialista, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno 10-12 anni. Dobbiamo assolutamente intervenire almeno migliorando la situazione economica di medici e operatori, soprattutto in quei settori dove c’è poca attrattivita”.
“Il nostro è un Paese che ha l’età media più alta nel mondo – prosegue -, questo però comporta un aumento delle malattie croniche e delle problematiche relative all’assistenza. In Italia l’assistenza domiciliare, fondamentale per queste persone, è totalmente deficitaria, in alcune Regioni del tutto assente. L’Istituto non perde occasione per sottolineare i grandi vantaggi che si avrebbero nell’investire di più nell’assistenza domiciliare, noi continuiamo a criticare le liste d’attesa, la problematica di affollamento di pronto soccorso e ospedale, senza renderci conto che se avessimo una rete di assistenza domiciliare e se riuscissimo a valorizzare meglio i medici del territorio, potremmo sicuramente migliorare l’efficienza dei nostri ospedali”, conclude.
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