“Noi partiamo dalle nostre energie della destra sociale – aggiunge – ma stiamo parlando con tutti, con Vannacci, con Pillon, con Paragone e con tutti quelli che hanno manifestato una critica rispetto a questo sistema, vedremo chi avrà il coraggio. Vannacci non ha deciso nulla – assicura -, ha cominciato a scrivere il libro pensando alla politica ma senza avere un’idea chiara, adesso si sta guardando attorno e vedremo, non gli vogliamo tirare la giacca perchè non sarebbe corretto anche perchè è ancora un generale quindi, prima esaurire il discorso da questo punto di vista e poi vedremo”. Alemanno sottolinea che “i tre punti del movimento che verrà sono: aprirsi al mondo multipolare, dobbiamo essere la nazione che dialoga e crea ponti, una nazione di dialogo, apertura e pace e questo ci apre al mondo multipolare. Altro punto è un’economia che punta a ricostruire il mercato interno e che investe sulle filiere nazionali, che fa anche del protezionismo quando necessario. Terzo elemento è lavorare su valori e principi ma in termini seri”.
Alemanno, inoltre, parla dell’emergenza migranti di questi giorni: “Noi abbiamo un flusso di migranti che non è sostenibile e dobbiamo bloccarlo. L’errore di Salvini e Meloni quando facevano campagna elettorale era quello di parlare di blocco navale come se fosse chiudere i porti e basta, bisogna evitare che partano e fare un forte intervento serio, questo è un altro motivo in più per non andare in Ucraina, le nostre energie dobbiamo concentrarle sul Mediterraneo e l’Africa o è una valanga che si ingigantisce, ci vuole una assunzione di responsabilità”, spiega tornando anche sul tema Ucraina: “prima di prendere posizione per due mesi sono stato zitto e sono andato anche in Polonia a prendere profughi e portarli in Italia insieme alla fondazione di AN. Ma un certo punto ho capito che c’era la guerra e le armi ma dall’altro lato non c’era niente, in tutti questi mesi l’Europa, l’Italia non hanno neanche detto: ‘siamo pronti a sospendere l’invio di armi se la Russia accetta il cessate il fuocò, secondo me c’è una volontà di portare avanti la guerra. Deve esserci una assunzione di responsabilità e l’Italia è determinante. Per fermare la guerra dobbiamo mettere sul tavolo un piano di pace credibile, poi se Putin non lo accetta ne prendiamo atto, l’unico che ci sta provando è Papa Francesco che non credo sia un putiniano”, evidenzia. L’ex sindaco di Roma ha infine commentato l’attuale situazione della Capitale sotto la giunta Gualtieri. “Io ero oggetto di mille critiche perchè sono stato il primo e unico sindaco di destra, ora invito le persone a guardarsi attorno e dopo 3 sindaci diversi la situazione è molto peggiore rispetto ai tempi nostri. Ci sono problemi strutturali, ci vuole una vera legge per Roma Capitale e un realismo, oltre a un’assunzione forte di responsabilità per una riforma vera di Roma Capitale”, conclude.
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(ITALPRESS).