Una situazione che, secondo la minoranza di centrodestra in Regione, potrebbe portare all’inutilità della legge approvata ieri dall’Assemblea legislativa sarda. “L’obiettivo è raggiungere i 6,2 GW richiesti alla Sardegna dal burden sharing entro il 2030, contribuendo per la nostra parte al PNIEC – ha aggiunto Todde – Bisogna essere consapevoli che parte del fabbisogno energetico che si basa sui combustibili fossili (uso industriale, riscaldamento, trasporti) transiterà verso l’elettrico creando una domanda di elettricità aggiuntiva. Questa dovrà essere coperta nel modo più sostenibile possibile, facendo ricorso a fonti di energia rinnovabili e proseguendo nella tutela di territorio, ambiente e paesaggio”.
E sul gas spiega: “Il gas è una risorsa transitoria, necessaria per supportare la decarbonizzazione e garantire stabilità energetica. Tuttavia, la priorità resta la transizione verso le rinnovabili. L’introduzione del metano sarà limitata alle aree e alle situazioni in cui risulti effettivamente necessario, sempre in un’ottica di progressiva decarbonizzazione. Siamo in costante contatto con il MASE e stiamo definendo i dettagli del piano per la metanizzazione e la decarbonizzazione. Non serve una dorsale che percorra la Sardegna da nord a sud, come previsto da chi ci ha preceduto”. Resta viva l’idea di una Società energetica regionale: “Serve che il popolo sardo, attraverso la Regione, torni ad essere protagonista del proprio destino. La produzione dell’energia, così come il suo utilizzo, deve essere in parte gestita direttamente, così da riuscire a trasferire a famiglie e imprese sarde un vantaggio economico”.
Per quanto riguarda la legge d’iniziativa popolare Pratobello, che aveva raccolto 210mila firme ma che è rimasta al palo, Todde assicura che “è stata attentamente valutata e pur rispettando il messaggio lanciato dai firmatari, riteniamo quello spirito ampiamente recepito nel nostro disegno di legge”. Infine sul Tyrrhenian Link: “Un’infrastruttura strategica per il nostro sistema energetico, progettata per permettere la decarbonizzazione, superare l’isolamento energetico della Sardegna e migliorare l’affidabilità e l’efficienza della rete elettrica sarda e nazionale. Non si può pensare di rinunciare a un’opera così importante per il progresso e lo sviluppo della Sardegna”.
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(ITALPRESS).