Prosegue la rubrica di newsardinia finalizzata a conoscere più approfonditamente i comuni della Sardegna, le loro potenzialità e criticità ed i loro rappresentanti principali, ovvero i Sindaci. Oggi ospitiamo il Sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai.
Da quanto tempo è Sindaco e cosa l'ha spinta a mettersi a disposizione della sua comunità?
Questa è la mia seconda consiliatura: sono stata eletta nel 2016 e riconfermata nel 2021. Sono la prima donna sindaco nella storia amministrativa di San Giovanni Suergiu. Sognavo un paese diverso, un riscatto sociale, culturale ed economico per la mia comunità: per questo motivo mi sono messa al servizio di questo obiettivo. Volevo anche umilmente restituire al mio territorio tutto ciò che mi ha donato e che è servito per diventare la donna che sono oggi.
Quali sono le caratteristiche principali del suo comune e perché è importante visitarlo?
San Giovanni Suergiu ha la particolarità di essere nato dall’unione di molteplici medaus e furriadroxius, i classici agglomerati urbani che identificano ancora oggi la sua tradizione agropastorale. Un sistema antropico sparso nella vasta campagna di 72kmq che, situato al centro del Sulcis, ne identifica ancora la forte valenza tradizionale ed economica. Nel nostro paese si mescolano storia, enogastronomia e 13 km di litorale che attrae per il suo valore naturalistico e sportivo. Da visitare assolutamente la necropoli prenuragica di Is Loccis Santus, il nuraghe Candelargiu e la chiesa romanica di Santa Maria di Palmas. Il nostro prodotto tipico certificato è la cipolla di San Giovanni Suergiu.
Quali sono gli interventi più urgenti che ritiene possano migliorare la qualità della vita nel suo comune?
Tra gli interventi che già sono in opera e quelli programmati abbiamo l’infrastruttura digitale, la mitigazione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza degli edifici pubblici. Fondamentale anche il decoro urbano con realizzazione di spazi verdi e abbellimento degli esistenti. Quali sono i problemi principali dal punto di vista socio economico e come cercate di risolverli?
Credo che siano gli stessi problemi che attanagliano i paesi sardi medio-piccoli come il nostro: la denatalità, una forte crisi occupazionale e la conseguente emigrazione dei giovani; direi anche sempre minori trasferimenti statali che non ci consentono di ripensare il futuro e lo sviluppo di questi luoghi su altri assi economici.
Quali strumenti dovrebbero mettere in campo, oltre ai finanziamenti pubblici, lo Stato e la Regione per garantire alle amministrazioni locali un maggiore e più efficace impatto sui problemi delle comunità locali?
L ’ente locale rappresenta lo Stato nella periferia, nei luoghi meno accessibili e più lontani dal cuore governativo e dovrebbe quindi essere messo nelle condizioni di agire e lavorare con meno burocrazia, con meno adempimenti e fornendo servizi al cittadino in maniera più efficiente ed efficace. Ecco perché i comuni dovrebbero avere più risorse umane e finanziarie: sono la trincea, il luogo più immediato e prossimo a cui si rivolgono gli utenti e hanno un impatto quotidiano sulla loro vita! Per quanto riguarda la Regione, mi attendo una politica più lungimirante, un’applicazione più significativa dello Statuto Autonomo che potrebbe dare la svolta ad alcuni problemi atavici dell’Isola. La Regione già possiede quegli strumenti in grado di favorire lo sviluppo economico delle realtà locali: è necessario che agisca con più coraggio e determinazione, facendo valere a Roma le nostre specificità e unicità.
Come giudica questa esperienza?
Un’esperienza molto dura, totalizzante ma ricca di soddisfazioni. Essere a servizio della propria comunità, disponibili e accoglienti 365 giorni all’anno è un esercizio di resilienza e di passione, consta sacrifici personali, familiari e lavorativi. Ma vedere i cambiamenti, le opere pubbliche che lentamente si realizzano, entrare empaticamente tra la gente, sono tra i ricordi che più avranno valore nella vita. In fondo ci cibiamo di umanità e con questa facciamo i conti ogni giorno: un bagaglio di esperienze altamente emotive che non dimenticherò mai. Ringrazio sempre la democrazia dei miei concittadini per avermi dato questo onere e questo onore!