“Come si esce da questa situazione? Con i risultati. E per ottenerli abbiamo bisogno di lavorare al massimo e credere che le cose migliorino. Abbiamo bisogno di vincere, per me è una novità perdere tre partite di fila ma non c’è altra strada che lavorare, credere e fare. In questi due mesi ci sono state giornate difficili ma fino a Zagabria avevamo una media punti seconda solo a quella del Napoli. Poi è stato brutto, fra espulsioni, errori non forzati e un pizzico di sfortuna. Possiamo vincere ancora due titoli – il riferimento alla Coppa Italia che andrebbe a sommarsi alla Supercoppa di gennaio – ma la prossima partita è la più importante, se pensiamo troppo in avanti dimentichiamo di fare quello che è essenziale oggi per vincere”.
“Sacchi qualche mese fa diceva che ero un signor allenatore e ora mi ‘spaccà tutti i giorni sui giornali. Ho grandissimo rispetto per lui ma è la dimostrazione che noi allenatori dipendiamo dal momento. Non sono arrivato qui dal niente – rivendica poi con orgoglio il tecnico portoghese – ma devo giustificare ogni giorno perchè sono l’allenatore del Milan. Bisogna guardare avanti, lavorare e vincere”.
Per quanto riguarda l’undici di domani e la possibilità di esclusioni eccellenti, Conceicao non dà indizi ma sottolinea che “sono il primo a non voler perdere e sarei masochista a non mettere in campo una squadra che non penso sia la migliore per vincere la partita. Io scelgo in base alla forma dei giocatori: uno magari ha tanta qualità ma fisicamente non è a posto, come allenatore devo scegliere chi mi dà più garanzie”.
E in particolare, parlando di Maignan, Leao e Theo Hernandez, in calo rispetto alle passate stagioni, aggiunge: “Sono grandissimi ragazzi, come professionisti hanno alti e bassi come tutti. Ne parliamo e lavoriamo per tirare fuori il meglio da loro. Sono giocatori che hanno già dimostrato qui al Milan di poter fare la differenza”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).